Pneumatici Michelin, qualità tra presente e futuro

Pneumatici Michelin, qualità tra presente e futuro

17/03/2021 Non attivi Di Redazione

Michelin è uno dei brand più iconici del mondo e probabilmente anche il marchio più noto nel campo degli pneumatici: l’azienda sta portando avanti la tradizione innovativa che da sempre la contraddistingue, sia nelle produzioni attualmente sul mercato che nella filosofia che guiderà le scelte fino al 2050, contraddistinte da attenzione alla qualità e all’ambiente.

Gomme Michelin tra le migliori estive del 2021

Il 2021 è iniziato subito con un buon risultato, grazie al voto di “molto consigliato” conquistato in uno dei primi test comparativi dell’anno, quello svolto dalla rivista tedesca Autozeitung e incentrato a scoprire le migliori gomme estive: oltre alle Michelin Pilot Sport 4, in lizza c’erano altri nove pneumatici nella misura 225/40 R18 montati su una Seat Leon.

Alla fine delle prove è emersa una situazione piuttosto omogenea, con ben 5 modelli che hanno meritato il voto massimo, tra cui appunto il prodotto del marchio di Bibendum. In vendita anche sulle pagine di Euroimport Pneumatici, le gomme Michelin Pilot Sport 4 si sono caratterizzate per ottime prestazioni sull’asciutto e performance complessivamente positive, seppur con lievi sbavature, sul bagnato.

Pneumatici tecnologici ed ecologici

Se questo è il presente dell’azienda francese, il futuro si sta delineando proprio in questi mesi e ha forti tinte “green” e tecnologiche: già nelle scorse settimane, infatti, il management di Michelin aveva annunciato che dal 2023 tutti i loro pneumatici, sia per auto che per camion, saranno dotati di RFID, il sistema di trasmissione in radiofrequenza che permette di monitorare e tracciare ogni gomma dalla produzione fino alla fine del suo ciclo di vita utile.

Un sensore per identificare le gomme

Questa sorta di chip identificativo è anche un passo rilevante per la creazione di pneumatici connessi, in grado cioè di interagire e inviare dati e segnali a tutti i sistemi tecnologici nel veicolo e fuori; ad esempio, possono comunicare con i sistemi di bordo delle auto, che adegueranno il funzionamento dei dispositivi di sicurezza – come la frenata assistita – in base alle effettive necessità del momento e, soprattutto, al tipo di pneumatico montato.

Inoltre, il sensore RFID permetterà di inviare dati costantemente aggiornati sulla salute e sull’efficienza delle gomme, sia attraverso il TMPS per la pressione di gonfiaggio o casi di foratura che con un segnalatore, integrato nel quadro strumenti, che mostra l’esatta usura attuale degli pneumatici. Fuori dall’abitacolo, inoltre, il chip sarà utile per tracciare lo pneumatico anche a fine vita (evitando la sua dispersione illecita) e agevolerà officine e installatori, che avranno meno rischi di errore di montaggio e una gestione più facile del magazzino.

Entro il 2050 pneumatici completamente rinnovabili

L’obiettivo tracciato dalla dirigenza di Michelin si estende ancora più in avanti nel tempo ed è improntato a una rivoluzione “ecologica”: entro il 2050, infatti, le gomme Michelin saranno prodotte esclusivamente con materiali rinnovabili, riciclati, di origine biologica o altrimenti sostenibili. Si tratta di un’evoluzione ispirata allo pneumatico concept Vision, soluzione di mobilità airless, connessa, ricaricabile e completamente sostenibile lanciata già nel 2017.

L’impegno della compagnia ha portato già attualmente allo sviluppo di pneumatici composti quasi per il 30 per cento da materie prime naturali, riciclate o altrimenti sostenibili, e quindi l’intenzione è accelerare per riuscire a raggiungere la piena ecosostenibilità entro i prossimi 30 anni.

Ogni gomma Michelin è una vera e propria creazione high-tech e si compone di oltre 200 ingredienti, a cominciare dalla gomma naturale e da altri “ingredienti” quali gomma sintetica, metallo, fibre e componenti che rafforzano la struttura di uno pneumatico, come il nerofumo, la silice e i plastificanti.